Mocassini che fruttano alberi di pesche
Carissime lettrici e carissimi lettori,
questa newsletter parte subito con la solita domanda che vi pongo la domenica: è meglio investire troppo o troppo poco?
Certo, esiste l’equilibrio tra il troppo e il troppo poco, ma se fosse semplice da trovare allora staremmo tutti bene, saremmo tutti felici e fallirebbero tutti gli psicologi/le psicologhe.
Quindi, dicevo: cos’è meglio fare? Quale scelta è più giusta da prendere?
Ho iniziato a ragionarci quando è nato in me un desiderio: volevo un paio di mocassini.
Sono settimane ormai che continuano a capitarmi su tutti i social video o foto di outfit con i mocassini: eleganti, sportivi, classici, esuberanti, tutti outfit creati con questi mocassini. Così ho iniziato a cercarli disperatamente, e aggiungo il ‘disperatamente’ perché ovunque mi girassi non riuscivo a trovare un negozio che non mi ci facesse spendere un rene per acquistare esattamente il modello che volevo io.
Tutti i negozi della mia zona li vendevano a troppo, così mi sono allontanata e quando li ho trovati perfetti, del giusto modello e con un costo più accessibile, non c’era la mia misura. E stavo anche per comprarli, cosa sarà mai un numero in più? Un po’ di ovatta, una soletta, e il problema si risolve. Ecco, fortunatamente era con me uno dei miei migliori amici che mi ha obbligato a lasciare quel mocassino a basso prezzo taglia 40, quando io sì e no porto un 38.
E poi settimana scorsa, in modo del tutto casuale, sono entrata in un centro commerciale mentre aspettavo un’amica e li ho trovati: mocassino del modello desiderato, taglia 38, ultimo rimasto, con un prezzo medio. Prezzo più inferiore rispetto a quelli esagerati che avevo trovato in zona, ma superiore rispetto ai mocassini 40 trovati in centro o, in generale, superiore rispetto a quanto io sia abituata a spendere.
Li ho misurati, li ho afferrati, e ho iniziato a vagare per il centro commerciale. Equidistante dalle casse, che mi avrebbero permesso di portarli a casa, e dallo scaffale da cui li avevo presi, in cui avrei potuto riportarli.
Ho passato un quarto d’ora così, camminando con i mocassini in mano; continuavo a pensare che non era la prima volta che spendevo una cifra simile in scarpe, che non era nemmeno così alta, in fondo quest’inverno avevo comprato delle birkenstock più o meno della stessa cifra, perché con i mocassini stavo esitando così tanto?
Ecco, ora so che è perché stavo investendo su una cosa nuova.
Le birkenstock le porto da anni, so come abbinarle, quando metterle, dove metterle, con cosa, sono sicura al 100% di usarle, per cui non sarebbe stata una spesa fatta a vuoto. I mocassini invece rientrano in un tipo di eleganza nuova per me, un’eleganza più adulta che sto scoprendo. Per cui spendere quei soldi un po’ rappresentava il cambiamento, cosa buona, e un po’ era fonte di paure: faccio la cosa giusta? Verranno veramente sfruttati?
Poi un pensiero lampo: questi ragionamenti non li faccio nemmeno sulle persone, sulle relazioni, e allora perché dovrei farli sulle scarpe? E allora subito alla cassa, avevo i soldi contati eppure ci rientravo perfettamente. Per cui ora vi sto scrivendo mentre guardo le mie nuove bambine, appoggiate davanti a me.
Ci sono momenti delle mie giornate più vuoti, momenti in cui non mi ritrovo con una ventina di cose da fare incastrate l’una sull’altra, e sono per me i momenti più difficili perché sono i momenti in cui l’ansia ha la possibilità di salire e intasare completamente la mia testa. Le persone che mi seguono da più tempo lo ricorderanno bene, quando arrivano questi momenti io inizio a sfilare. Metto un tot di vestiti sul letto, tre paia di scarpe sotto, compongo outfit per distrarmi e sfilo nel corridoio.
Oggi pomeriggio c’è stato proprio uno di quei momenti, così ho messo un tot di vestiti sul letto ma ai piedi solo i mocassini. Più provavo vestiti e più sfilavo, e più sfilavo e più pensavo: quanto sono versatili queste scarpe? E perché non le ho comprate prima?
Saranno sicuramente il capo dell’autunno, ma il discorso di questa domenica non sarà sul capo must autunnale.
E neanche sulla paura di cambiare, di provare cose nuove quando in realtà già sai che cambiare direzione è la scelta giusta da fare.
Il discorso di questa newsletter verterà sul pensiero lampo fatto prima di pagare quelle scarpe: non mi pongo questi dubbi verso le persone o le relazioni, perché dovrei farlo con le scarpe.
E quindi riformulo la domanda domenicale iniziale: è meglio investire troppo o troppo poco?
Altra domanda: credete nel destino? O tutto ciò che ci succede è solo la risposta di un moto casuale?
Due settimane fa è venuta a stare in casa mia un’amica cantautrice, mi ha fatto sentire un suo nuovo pezzo, parlava di quanto a volte bisogna lasciar andare le persone. Bisogna rinunciare ad eventuali relazioni o eventuali situazioni, ma non perché l’altra persona sia una persona cattiva, ma semplicemente perché in questo momento storico non è giusta per noi. E allora non serve lasciarsi con litigi o drammi, basta scrivere una canzone in cui si ringrazia l’altra persona del tempo passato insieme ma la si allontana, perché la sua visione del mondo non fa bene a noi, che di visione ne abbiamo un’altra, che di necessità ne abbiamo altre.
E poi stamattina l’oroscopo diceva: non dare acqua ad alberi che non potranno mai darti frutti.
Un po’ come dire: non dare soldi per scarpe che non sfrutterai, giusto?
Mi affascina sempre molto come i meccanismi della moda o del marketing possano riflettere dei meccanismi più intimi.
Purtroppo non ho una risposta alla domanda di questa domenica, o meglio, non esiste una risposta universalmente corretta perché ognuno vive della propria verità. La verità di una persona impulsiva predilige l’investire troppo, la verità di una persona più razionale prediligerà investire meno per conservarsi nella propria comfort zone.
Io ancora non ho la mia risposta, non ho la mia verità, so però che “investire troppo” nei mocassini si è rivelata una mossa vincente, per cui mi chiedo se -sorprendendo tutti, persino CoStar che è il mio oroscopo quotidiano- quell’albero che non dovrebbe dare frutti con un altro po’ d’acqua potrebbe alla fine regalarmi qualcosa.
Che poi magari mi regala delle pesche, a cui sono altamente allergica, però comunque avrà dato qualcosa.
Vi lascio con queste riflessioni, con queste domande che aspettano nei commenti le vostre risposte. Sarà forse un po’ colpa dell’autunno che sta iniziando, e l’autunno porta sempre situazioni o persone nuove, o sarà un po’ colpa di questa luna piena in Ariete, che ci rende particolarmente insofferenti a tutto e tutti.
Io a prescindere aspetto i vostri pareri sugli investimenti, economici e personali.
Sempre con tanto amore,
Adelio